Housing sociale

Il complesso Sarpi-Bramante: una storia virtuosa lunga oltre un secolo

Lo storico complesso di via Sarpi che si affaccia anche sulle vie Bramante e Niccolini sta per essere completamente riqualificato con un importante progetto di rigenerazione urbana che restituirà a Milano nuovi appartamenti in locazione moderni ed efficienti, molti dei quali in social housing. Non tutti sanno che questo imponente stabile ha una lunga storia connessa all’Ospedale Policlinico di Milano, che prende il via oltre un secolo fa.

Il patrimonio immobiliare del Fondo Ca’ Granda: una storia di grande generosità

La Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico ha istituito nel 2014 il Fondo Ca’ Granda, in cui ha conferito il proprio patrimonio immobiliare a destinazione residenziale: una serie di edifici con una storia antichissima, giunti in beneficenza grazie alla generosità dei milanesi, che, grati dei servizi resi dall’Ospedale, hanno donato ad esso immobili e proprietà.

La stessa nascita dell’ospedale, voluto da Francesco Sforza nel 1456, è all’insegna del bene comune: doveva infatti fornire assistenza medica gratuita alle persone più bisognose, e accogliere tutti coloro che ne avessero bisogno: da qui il nome, “Magna Domus Hospitalis”, la Ca’ Granda. Da allora, e ancora oggi, numerosi benefattori hanno dimostrato la propria gratitudine per i servizi ricevuti con donazioni di diverso tipo, ciascuno secondo le proprie possibilità.

Giuseppe Botta e la donazione del complesso Sarpi

Anche il complesso di via Sarpi, che rientra tra gli edifici del Fondo, proviene da un’antica donazione da parte di Giuseppe Botta, un commerciante agiato che indica nel suo testamento datato 1896 un cospicuo lascito immobiliare al Policlinico. L’Ospedale eredita così diverse case e terreni per un ammontare di 500 mila lire, tra cui proprio il grande complesso di via Sarpi.

A fronte di questo importante legato, Giuseppe Botta, insieme alla moglie Luigia Corti, hanno ricevuto dall’Ospedale un ritratto gratulatorio, oggi conservato nella Quadreria dei Benefattori della Ca’ Granda. Il ritratto di Giuseppe è realizzato da Filippo Carcano nel 1901 e lo vede raffigurato elegantemente vestito seduto al tavolo.

La prima riqualificazione a inizio Novecento: il ruolo di Antonio Bertolaia

Gli edifici donati, però, pervengono al Policlinico in uno stato di forte degrado: sono vecchi, quasi in rovina, versano in precarie condizioni igienico-sanitarie. Si apre quindi un dibattito tra gli amministratori i dell’Ospedale, per individuare il destino di questi immobili. Inizialmente, si ipotizza anche la strada della vendita per fare cassa. Ma il Policlinico da sempre ha un’anima attenta e lungimirante: in questo caso è l’ingegner Antonio Bertolaia, responsabile dell’ufficio tecnico dell’Ospedale, a capire l’importanza di questo complesso residenziale, collocato in un’area strategica per la città già a inizio Novecento. Bertolaia, quindi, propone la riqualificazione dell’intero complesso, affinché venga poi restituito alla città con nuovi appartamenti da affittare.

Si apre così una fase di imponenti lavori, che durano diversi anni, ma che portano a inizio del 1909 ad avere edifici moderni ed eleganti, con uno stile adatto agli inizi del Novecento. Come si legge da un’ulteriore relazione tecnica del Policlinico, datata 26 febbraio 1909: “I caseggiati di via Bramante e Paolo Sarpi sono pressoché ultimati e col prossimo 29 marzo anche interamente affittati”.

Riqualificazione, social housing e nuovo ospedale: dopo un secolo la storia si ripete

Oggi, proprio come a inizio Novecento, la storia si ripete: il complesso di via Sarpi sarà riqualificato e diventerà moderno, efficiente e destinato a uno dei più importanti progetti di social housing milanesi; contemporaneamente, il Policlinico sta portando avanti la costruzione del nuovo Ospedale, per offrire a cittadini cure sempre migliori e un edificio all’avanguardia: due progetti in parallelo che ridisegnano due quartieri centrali di Milano.

13 dicembre 2022
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