La rigenerazione urbana in Italia: Milano città all’avanguardia
L'importanza della rigenerazione urbana
Il 2023 sembra essere un anno cruciale per le attività di rigenerazione urbana in Italia. Il PNRR ha previsto infatti lo stanziamento di importanti risorse per progetti volti al recupero e trasformazione di aree urbane attraverso interventi di utilità pubblica e sociale. Un dibattito molto vivo ruota attorno a questa tematica e la rigenerazione urbana sembra essere il futuro per le città italiane.
Recentemente Silvia Rovere, presidente di Assoimmobiliare, intervistata da Il Sole24Ore, ha sottolineato ad esempio l’importanza degli interventi di rigenerazione urbana che possono trasformare intere aree delle città, che, da degradate e spesso abbandonate, diventano aree d’eccellenza per la socializzazione, l’architettura e il decoro urbano, nel pieno rispetto dell’ambiente.
La rigenerazione urbana in Italia nel 2023: grande fermento in corso
La giornalista Paola Pierotti, su Il Sole 24Ore del 16 gennaio, ha messo in evidenza la centralità della rigenerazione urbana in Italia nel corso di quest’anno: “Per le città italiane il 2023 sarà un anno di cantieri, ma soprattutto di faldoni e iter procedurali da gestire. La rigenerazione urbana in Italia si tradurrà in opere percepibili a scala nazionale traguardando il PNRR le olimpiadi invernali, con l’orizzonte del 2030” e delinea alcuni dei principali progetti nelle maggiori città della Penisola.
Le maggiori città italiane stanno promuovendo importanti progetti di rigenerazione urbana.
A Torino si punterà sui giovani e su progetti ad essi connessi: dallo Scalo Vallino, dedicato a residenze universitarie e servizi per la cittadinanza, all’area del Villaggio Olimpico ex-MOI che prevede oltre 400 posti letto per la residenzialità temporanea a tariffe convenzionate per studenti, giovani lavoratori e city users, fino all’area di Torino Esposizioni e il Parco del Valentino (con un investimento PNRR da 150 milioni), destinati prevalentemente a campus universitario.
A Firenze si parla di rigenerazione urbana all’insegna dell’”economia della conoscenza”. Tra i progetti di spicco vi è l’ex Manifattura tabacchi, che sui terreni industriali dismessi sta dando vita a un nuovo e all’avanguardia quartiere cittadino, con edifici pensati in un mix funzionale tra scuole, atelier e laboratori, uffici e spazi per co-working, loft residenziali, un hotel, uno studentato e un birrificio.
Tra gli altri, a Roma vi è un importante piano di riqualificazione dei gasometri cittadini, mentre a Napoli si sta lavorando alla rigenerazione urbana delle aree ferroviarie dismesse dell’ex scalo merci Fs di Napoli Centrale. Infine, Palermo guarda con interesse al “waterfront”, per trasformare la costa “da area di frontiera ad interfaccia”.
Milano tra le città più attive nella rigenerazione urbana
Milano da sempre è una delle città più impegnate che spicca nel contesto nazionale con la sua fervente ambizione alla trasformazione: sono oltre 100 i progetti in corso in città per oltre 5mila mq di superficie interessata. È stato istituito anche un assessorato alla rigenerazione urbana di Milano, e, a conferma dell’importanza di questa attività per la città, è online un Atlante della rigenerazione urbana a Milano, con una mappa interattiva che permette ai cittadini di essere sempre aggiornati su quanto sta avvenendo in città. I progetti in corso riguardano scali ferroviari, aree dismesse periferiche, riqualificazioni di aree esistenti, anche in vista delle prossime Olimpiadi invernali del 2026. Il Comune di Milano dichiara che questo processo rigenerativo “una volta compiuto e senza contare eventuali nuovi progetti, porterà Milano ad avere 10 milioni di mq di aree restituite ai cittadini, di cui 3 milioni tra verde e spazio pubblico, oltre a circa 8mila nuovi alloggi in social housing”.
Il contributo del Fondo Ca’ Granda alla rigenerazione urbana di Milano
Il Fondo Ca’ Granda – gestito da Investire Sgr - contribuirà con uno dei progetti più significativi e centrali di rigenerazione urbana a Milano. Il progetto coinvolge il quadrante ricompreso tra via Sarpi, via Bramante e via Niccolini, dove gli antichi edifici un tempo di proprietà del Policlinico di Milano, e ora confluiti nel Fondo Ca’ Granda, lasceranno il posto a immobili nuovi dedicati al social housing. Moderne soluzioni abitative saranno accompagnate da aree verdi ad uso pubblico e privato e da spazi commerciali in linea con la vocazione commerciale consolidata presente nel quartiere.
Non solo via Sarpi: anche i lavori del nuovo Policlinico di Milano rientrano in un’ottica di rigenerazione e riqualificazione urbana complessiva. Infatti, il moderno ospedale ora in costruzione, nel suo progetto firmato dagli architetti Stefano Boeri, Gianandrea Barreca & Giovanni La Varra “non è solo la costruzione di un ospedale all’avanguardia nel centro della città, ma un grande progetto con implicazioni su tutto il territorio cittadino da un punto di vista sociale, urbanistico, architettonico, culturale e ambientale” – afferma Marco Giachetti, Presidente del Policlinico. Il Nuovo Ospedale sarà infatti la più grande opera architettonica realizzata negli ultimi 90 anni nel centro di Milano e ha l’obiettivo di diventare non solo un luogo per i pazienti e le loro famiglie, ma anche per tutta la città. Grazie al Nuovo Policlinico saranno realizzati percorsi di cura dedicati, ma anche luoghi pensati per il relax e per vivere la quotidianità. Tra i punti di forza ci sono la realizzazione di una Galleria pedonale con servizi e attività commerciali e quella di un parco sopraelevato, che costituirà un ‘polmone verde’ grande come il Duomo di Milano nel pieno centro cittadino.