Reinventare le città: verso uno sviluppo urbano sostenibile e inclusivo
Più smart, più accessibili, più inclusive, ma soprattutto più sostenibili: sono le “città del futuro”, protagoniste del talk "Reinventing cities. Accelerating zero carbon urban development" che si è tenuto a Torino nell’ambito del festival Utopian Hours organizzato da Stratosferica.
Al talk è intervenuto anche Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo, tra gli investitori del Fondo Ca’ Granda. Molti i temi affrontati durante il panel e altrettanti gli speaker che hanno raccontato i progetti sostenibili per città virtuose che mettano al centro l’ambiente e le persone.
Un nuovo modo di pensare le città
Ricerca e innovazione sono fondamentali per lo sviluppo e la costruzione di città sempre più sostenibili, ma non è tutto. Come hanno sottolineato Hélène Chartier e Jean-Louis Missika – che hanno portato l’esperienza di Parigi – tutti i professionisti coinvolti in questi processi sono chiamati a individuare il progetto che in primis risponde ai criteri di sostenibilità piuttosto che il più redditizio. È importante incoraggiare architetti e progettisti a pensare fuori dagli schemi mettendo al centro la sostenibilità, non solo quella ambientale, ma anche quella sociale per soddisfare l’interesse della comunità. Pensare in ottica sostenibile e innovativa: è questa la chiave per mettere in moto lo sviluppo di città a zero emissioni.
Persone e ambiente al centro
Per combattere il cambiamento climatico e costruire realtà in grado di soddisfare i bisogni delle persone è necessario ripensare al modo di progettare gli spazi urbani: dalla realizzazione di edifici sempre più accessibili e green, alla mobilità sostenibile fino alla costruzione delle cosiddette città dei 15 minuti. L’impatto che deriva dalla rigenerazione urbana è molto forte, non solo e non tanto perché alza il valore di mercato di una determinata area, ma perché impatta positivamente sulla comunità coinvolta nel processo e ne migliora la qualità della vita. Il settore immobiliare deve concentrare la propria attività su spazi che interessano la collettività invece che il singolo individuo, ed è proprio la capacità di creare economia e valore condiviso che fa la differenza. L’edilizia e l’architettura pubblica devono reinventarsi perché costruire edifici e aree pubbliche sostenibili e inclusive non deve essere l’eccezione ma la normalità.
Social housing: sostenibilità a 360°
Quando l’edilizia incontra i bisogni del pianeta e delle persone, la realizzazione di opere sostenibili sia dal punto di vista economico, sociale e ambientale diventa realtà. In questo ambito il social housing – come dimostra il caso del Fondo Ca’ Granda a Milano gestito da Investire SGR – ricopre un ruolo fondamentale perché, oltre a risolvere il problema dell’emergenza abitativa, permette di riqualificare intere aree degradate restituendole alla collettività. In passato, quando le città erano in fase di rapida espansione, si edificava sulle vaste aree verdi intorno ai centri urbani. Oggi l’approccio è diverso e si fonda sulla rigenerazione e non più sulla demolizione e costruzione ex-novo. È importante privilegiare l’economia circolare riqualificando edifici e intere aree generando valore condiviso grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. Migliorare le città e la vita delle persone è una responsabilità condivisa e, come ha dichiarato Sergio Urbani, “ciò che è importante non è il costo, ma massimizzare gli aspetti sociali attraverso la realizzazione di progetti di qualità. Le tematiche ambientali sono una priorità e devono prevalere sia sugli aspetti economici che su quelli commerciali”.
Collaborazione fra pubblico e privato
Il panel ha sottolineato, infine, che per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni, combattere i cambiamenti climatici e portare avanti una visione sistemica in cui si desidera reinventare le città, c’è bisogno di una forte determinazione e spinta politica in senso lato. La collaborazione fra il settore pubblico e privato è cruciale e deve essere fondata sul senso di corresponsabilità non solo per migliorare la qualità della vita della collettività, ma anche per cambiare il mercato locale e ridefinire le “regole” del costruire.