Come la tecnologia può supportare il social housing
L’Intelligenza Artificiale e le stampanti 3D aiutano a realizzare progetti di edilizia sociale e offrire una risposta concreta ai bisogni abitativi delle famiglie a reddito medio-basso.
L’innovazione tecnologica ad oggi rappresenta un’importante leva per garantire soluzioni concrete alla crescente domanda abitativa. È uno dei filoni dal potenziale maggiore per il social housing, che inevitabilmente si trova a fare i conti con i limiti dei budget pubblici, anche in una stagione come questa in cui gli investimenti nel mattone pubblico hanno ripreso vigore come risposta non solo ai bisogni sociali, ma anche in relazione alla necessità di completare la transizione ecologica.
Edilizia sociale e Intelligenza Artificiale
A questo proposito, merita una menzione l’iniziativa dello studio tedesco di architettura e design Beta Realities, intitolata “Collective Parts”: una piattaforma tecnologica che consente la costruzione di alloggi stampati in 3D a prezzi accessibili. Il progetto è risultato tra i vincitori dell'Inititative99 di Icon (startup con sede ad Austin), un concorso globale di architettura finalizzato a reinventare alloggi a prezzi accessibili che possono essere costruiti per meno di 100 mila dollari.
La personalizzazione e l’efficienza sono al centro di questo modello di costruzione, con l’intelligenza artificiale che gioca un ruolo fondamentale nella pianificazione e nella stima dei costi, garantendo allo stesso tempo un minor impatto ambientale. Il processo end-to-end inizia con la progettazione dell’edificio, che configura le case utilizzando oggetti funzionali e smart configurati per massimizzare l’efficienza, mentre il software consente layout flessibili dei quartieri per incoraggiare il coinvolgimento della comunità. Attraverso la pianificazione assistita dell’intelligenza artificiale, possono essere realizzate soluzioni multifamiliari complete di pianificazioni delle aree, planimetrie, stime dei costi e calcoli delle emissioni di carbonio. In questo modo si combinano innovazione da una parte, attenzione ai costi e alle tempistiche di realizzazione dall’altra. Il flusso di lavoro di progettazione digitale utilizza blocchi di costruzione modulari per garantire scalabilità e pianificazione priva di errori.
Il primo condominio “stampato” per il social housing
La principale sfida per il social housing, che copre l’11% del patrimonio edilizio in Europa, è ridurre l’impronta di carbonio senza ridurre la fornitura di case a prezzi accessibili. Per questa ragione la Commissione europea ha messo a punto un toolkit composto da 20 casi di studio, che illustra come i fondi comunitari – a cominciare dal Fondo sociale europeo Plus e dal Fondo europeo di sviluppo regionale – possano essere utilizzati per migliorare l’accesso a servizi adeguati.
Sempre dalla Germania arriva il primo caso di condominio di edilizia sociale realizzato grazie a una stampante 3D. Un manufatto da 651 metri quadrati, distribuiti tra sei unità abitative. La struttura è stata realizzata – grazie a fondi pubblici – a Lünen, nella Renania settentrionale-Vestfalia (ex-area industriale, attualmente caratterizzata da elevati tassi di disoccupazione), grazie a un progetto di Peri 3D Construction. Il primo e il secondo piano sono costruiti utilizzando il processo di stampa 3D del calcestruzzo, per un tempo di circa 100 ore. L'ultimo piano invece è stato costruito utilizzando un metodo ibrido in legno. La fondazione, il basamento e le lastre in filigrana saranno realizzati utilizzando metodi di costruzione convenzionali. La struttura della facciata al primo piano e quella del piano superiore conservano l'originaria struttura in cemento stampato. Il piano superiore è stato poi rivestito con pannelli di facciata. La struttura è stata denominata “Wavehouse” sia per la forma prescelta, sia per indicare un processo in divenire che mette in risalto questa soluzione innovativa che si propone di diventare uno standard consolidato.
L’obiettivo è replicare su larga scala iniziative di questo tipo, con l’intento di ridurre i costi e garantire una più ampia accessibilità alle fasce di popolazione meno abbienti.