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La valorizzazione degli immobili del Fondo Ca’ Granda: storia, arte e riqualificazione

Il patrimonio immobiliare del Fondo Ca’ Granda ha una storia che si perde nei secoli. È infatti il frutto della generosità dei milanesi, che, grati dei servizi resi dal Policlinico di Milano, hanno donato ad esso immobili e proprietà.

A fronte di questo patrimonio, il Policlinico ha quindi istituito il Fondo Ca’ Granda, con un duplice obiettivo: riqualificare parte di questi immobili in progetti di social housing e, al tempo stesso, attraverso la valorizzazione e vendita dei restanti beni, contribuire al finanziamento della costruzione del nuovo Policlinico di Milano, il più grande e moderno ospedale nel centro di Milano, generando quindi un circolo virtuoso, che rende alla Città quanto ricevuto nei secoli.

Nel corso dei secoli, il Policlinico, come segno di riconoscenza verso i suoi benefattori, ha fatto realizzare dei ritratti, spesso opera di artisti famosi, oggi raccolti e in parte esposti nella Quadreria dei Benefattori della Ca’ Granda.

La valorizzazione degli immobili

Sono oltre 40 i progetti di valorizzazione immobiliare del Fondo Ca’ Granda: le riqualificazioni effettuate contribuiscono a creare valore artistico e sociale a Milano.

Gli immobili che il Fondo Ca’ Granda - gestito da InvestiRE SGR - ha destinato alla vendita sono infatti prevalentemente edifici storici di inizio Novecento, situati in centro o semi-periferia a Milano, dallo stile neoclassico, tipico del periodo. Ognuno di essi è una sorta di frammento di storia milanese, legata ai proprietari, ma anche all’architettura che li contraddistingue.

Arte e storia negli edifici del Fondo Ca’ Granda

Tra questi, spicca il bellissimo edificio di Corso Indipendenza, 16: protetto per le sue pregevoli caratteristiche architettoniche dalla sovrintendenza alle Belle Arti, opera degli ingegneri Francesco Magnani e Mario Rondoni, è un esempio di Neoclassico e Art Nouveau di inizio Novecento.

Tra via Orazio e via Caminadella, sorgono le bellissime Dimore Moneta Motta, che raccontano la storia di Pietro Moneta e di sua moglie Enrica Motta. Pietro, noto imprenditore dell’abbigliamento, nel 1940, alla morte della moglie, lasciò al Policlinico una cospicua donazione, tanto che alla coppia venne intitolato un intero padiglione. Costruite adiacenti, con la loro struttura liberty valorizzata dalla recente riqualificazione, le Dimore impreziosiscono il quartiere con la loro bellezza.

In via Guerrazzi 9, l’elegante palazzo di inizio Novecento è un lascito dell’imprenditore tessile Edgardo Sinigaglia, che volle donarlo all’Ospedale Maggiore insieme ad altri stabili, con l’obbligo, da parte dell’Ospedale, dell’intestazione di un reparto o di un padiglione e di manutenzione della tomba.

San Martino, 15 rappresenta invece l’esempio di come, grazie all’attenzione in fase di progetto, sia possibile sostituire un vecchio edificio con un immobile moderno ed efficiente, ben integrato nel contesto, concepito come espressione di tradizione storica e modernità allo stesso tempo, in cui la luce e la spazialità diventano protagoniste.

Valorizzazione immobiliare e ESG

La valorizzazione di questa tipologia di immobili, altamente di pregio, ma al tempo stesso caratterizzati da una lunga storia alle spalle, ha importanza anche in ottica ESG (Environmental, Social, Governance): infatti, a seguito della loro riqualificazione, questi edifici raggiungono livelli di eccellenza in termini di risparmio ed efficienza energetici, generando così benefici non solo per i diretti fruitori, ma anche per l’intero contesto cittadino.

28 luglio 2022
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